Isola di terra: l’agricoltura eroica e l’alberello pantesco

La mia terra non si conquista: si impara.

I top places dell’agricoltura di Pantelleria

  • Piana della Ghirlanda Conosciuta come il giardino agricolo dell’isola, la Piana della Ghirlanda (in pantesco u Chiánu dā Ghirlánna) è un antico fondo di caldera vulcanica, reso pianeggiante da eventi alluvionali. Racchiusa da pareti rocciose e vegetazione spontanea, vive forti escursioni termiche tra giorno e notte, condizione ideale per la coltivazione della vite in un territorio povero d’acqua. Il nome, secondo l’ipotesi più accreditata, deriverebbe dal cognome Gerlando, presente sull’isola nel XVIII secolo.

  • Piana di Monastero Una valle silenziosa, coltivata a capperi, agrumi e ortaggi. Nasce dal crollo di un’antica caldera, di cui l’orlo è ancora visibile in alcuni punti, e si distingue per la straordinaria fertilità del terreno. Il nome potrebbe richiamare un antico monastero basiliano, oggi appena intuibile tra pochi ruderi sparsi.

  • Khamma e Tracino Sul versante orientale dell’isola, Khamma e Tracino sono tra le contrade più verdi di Pantelleria. I terrazzamenti digradanti verso il mare, tra le viti della Piana di Ghirlanda e le fertili terre di Mueggen. Sul lato opposto, l’area di Dietro Isola offre paesaggi selvaggi, dove la macchia mediterranea si getta nel mare profondo.

  • Anfiteatro del cappero Un'area coltivata a capperi, che assomiglia a un anfiteatro naturale. Questo cappereto, spesso chiamato Cappereto Bonomo o il Machu Picchu dei capperi, è una caratteristica distintiva di Pantelleria e rappresenta un'importante testimonianza della coltivazione tradizionale del cappero.

Storia agricola

Tutto nasce da una sfida. La storia agricola di Pantelleria è caratterizzata da una millenaria tradizione, con l'agricoltura come attività principale per secoli.

La coltivazione della vite, in particolare lo Zibibbo, è stata fondamentale per l'economia isolana, con la produzione di vini dolci come il Passito di Pantelleria.

La viticoltura, conosciuta come "eroica" a causa delle condizioni ambientali sfavorevoli per venti e terreno vulcanico, ha modellato il paesaggio.

Con il tempo, è diventata un capolavoro paesaggistico fatto di terrazzamenti, muretti a secco, cisterne, dammusi e giardini panteschi.

Il riconoscimento UNESCO dell’alberello pantesco come patrimonio immateriale ne è la prova: qui l’agricoltura è cultura viva.

Agricoltore lavora la terra con un motocoltivatore Carraro in un vigneto terrazzato di Pantelleria, vicino a un muretto a secco.

Da non perdere

Il Museo del Cappero Nel cuore di Rekhale, tra cappereti e dammusi, il Museo del Cappero racconta la storia di una pianta tenace quanto l’isola. Un piccolo spazio espositivo nato dall’iniziativa di Bonomo & Giglio, storica azienda pantesca, dove scoprire metodi di coltivazione, lavorazione e curiosità su questa eccellenza locale. Tra strumenti antichi, racconti di raccolta e degustazioni, il museo offre un viaggio autentico nella cultura agricola di Pantelleria.

La Cooperativa del Cappero Fondata nel 1971, la Cooperativa dei Capperi è il cuore pulsante dell’agricoltura pantesca. Riunisce oltre 300 soci che coltivano e trasformano con metodi tradizionali uno dei simboli più autentici dell’isola. Qui il cappero è molto più di un ingrediente: è cultura, lavoro condiviso e tutela del territorio. Visitare la cooperativa significa scoprire da vicino la filiera del cappero IGP, tra passione agricola e sapori che raccontano la terra.

Le Cantine e Aziende agricole Pantelleria è un’isola coltivata con pazienza e passione. Le sue cantine e aziende agricole custodiscono saperi antichi e un legame profondo con la terra. Molte aprono le porte ai visitatori, offrendo esperienze autentiche tra vigneti, orti profumati e cappereti. Passeggiare tra i filari, ascoltare chi lavora ogni giorno questi suoli e degustare i frutti dell’isola è un modo per conoscerla davvero.

I dammusi e i giardini panteschi Simboli architettonici di Pantelleria, i dammusi sono antiche abitazioni in pietra lavica, con tetti a cupola che raccolgono l’acqua piovana. Nati per resistere al vento e al sole, raccontano un modo di abitare lento e profondo. Accanto a loro, i giardini panteschi: cerchi di mura a secco che proteggono gli agrumi dal maestrale. Luoghi di silenzio, ingegno e armonia, dove l’uomo dialoga con la natura.

Curiosità e parole

  • Zibibbo IGP: vitigno simbolo dell’isola. Il suo nome deriva dall’arabo zabib, che significa "uva passa". A Pantelleria viene coltivato con un metodo antico e riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità: la vite ad alberello. La denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) garantisce la provenienza e la qualità di questo prodotto unico, perfetto sia da tavola che per produrre vino.

  • Passito DOC: vino dolce e aromatico, ottenuto dallo zibibbo raccolto a mano e lasciato appassire al sole. La denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata) ne certifica la qualità e il forte legame con il territorio. È un vino che racconta l’isola in ogni sorso: caldo, intenso, unico.

  • Capperi: pianta rustica e resistente, che cresce spontanea tra le rocce laviche. I boccioli, raccolti a mano da generazioni, vengono messi sotto sale marino per conservarne l’aroma. Pantelleria è l’unico luogo in Europa dove si produce il Cappero IGP, conosciuto in tutto il mondo per il suo sapore intenso e inconfondibile.

  • Muretti a secco: costruiti senza malta, solo con l’incastro sapiente delle pietre, i muretti a secco modellano i pendii dell’isola. Servono per contenere il terreno, proteggere le colture dal vento e trattenere l’umidità. Sono patrimonio UNESCO e simbolo della fatica e dell’ingegno contadino.

  • Vite ad alberello: metodo di coltivazione della vite più antico e resiliente dell’isola. La pianta viene fatta crescere bassa e protetta dentro una conca scavata nella terra, per difenderla dal vento. Questo sistema, tipico di Pantelleria, è stato riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità. Ogni pianta è curata a mano, con attenzione e rispetto.

Terrazzamenti agricoli con vigne sorrette da muretti a secco sul terreno collinare di Pantelleria.

Esperienze da vivere

  • Visite guidate nei vigneti e uliveti

  • Passeggiate tra i terrazzamenti

  • Partecipazione a raccolte stagionali (capperi, uva, olive)

  • Lezioni di potatura e cura delle piante

  • Degustazioni al tramonto tra i dammusi

  • Aperitivi contadini con vino e storie

Consigli di viaggio

  • Le raccolte seguono il ritmo delle stagioni: -Capperi: fine maggio – luglio -Zibibbo: agosto – settembre -Olive: ottobre – novembre

  • Porta scarpe comode e una borraccia: molte aziende si visitano a piedi tra campi e crinali.

  • Prenota in anticipo le esperienze nei mesi di punta estivi.

  • Consulta la mappa delle aziende agricole aperte al pubblico su siti o nei centri visita.

La terra qui è madre. Ti mette alla prova, ma se l’ascolti, ti protegge